Fonte:corrieredellasera.it
La circolare del ministero della Salute prevede un «attestato di guarigione» per alunni, insegnanti e operatori scolastici che accusano «sospette infezioni». Quattro gli scenari che dovrebbero indurre i pediatri a chiedere il test che dovrà avere la priorità. Ecco quando la quarantena è motivata.
Per rientrare a scuola dopo giorni di assenza dovuta a «sospette infezioni da Sars-Cov-2» si dovrà presentare il certificato che attesta la negatività del tampone e la guarigione. Questo vale per alunni, e personale scolastico. Lo chiarisce il ministero della Salute in una circolare firmata dal direttore generale della prevenzione Giovanni Rezza e trasmessa a medici, Regioni, sindacati, società scientifiche.
Per tampone si intende quello «tradizionale», eseguito in laboratorio, sui liquidi prelevati dal naso o dalla faringe, con metodiche di biologia molecolare che permettono la ricerca dell’RNA virale. Dunque non si parla dei tamponi cosiddetti rapidi che potrebbero essere introdotti nelle scuole su iniziativa delle Regioni. Si tratta di test di screening, basati sulla ricerca dell’antigene virale, che se positivi avrebbero comunque bisogno della conferma con tampone di laboratorio.
È un’ulteriore precisazione dopo le linee guida di qualche settimana fa, incluse del decreto della presidenza del consiglio dei ministri (Dpcm) del 7 settembre, che riguardano la gestione dei casi di Covid 19 all’interno degli istituti, messe a punto dall’Istituto superiore di sanità. Servivano degli approfondimenti su come affrontare le varie situazioni che si possono verificare e che riguardano «attestati di guarigione» per tornare in classe dopo aver accusato sintomi assimilabili a quelli tipici del coronavirus o aver avuto la malattia da Sars CoV 2.
Il timore che si creassero code per ottenere il responso del tampone era stato subito espresso dai pediatri e medici di base cui spetta anche la responsabilità della prescrizione del test. Nella circolare sono indicati quattro scenari che dovrebbero indurre il medico a «richiedere tempestivamente il test diagnostico, comunicando la decisione al dipartimento di prevenzione della ASL o al servizio di riferimento» previsto dall’organizzazione regionale.
Primo scenario, aumento temperatura corporea superiore a 37.5 o sintomatologia compatibile col Covid che si manifestano durante l’attività scolastica in un alunno. Secondo scenario, gli stessi sintomi si manifestano a casa. Il terzo e quarto scenario riguardano le stesse situazioni per insegnanti e operatori. Se il tampone è positivo e rileva la presenza di Sars-CoV-2 il medico prende in carico il paziente, predispone il corretto percorso diagnostico/terapeutico e dopo la conferma di avvenuta guarigione (da ottenere con l’esecuzione di due tamponi a distanza di 24 ore, la cui risposta sia negativa) attesta il nulla osta all’ingresso o al rientro in comunità.
In caso di patologie diverse da Sars CoV 2 con tampone negativo il malato resta a casa fino a guarigione clinica e il medico redigerà l’attestazione di rientro a scuola in quanto «è stato seguito il percorso diagnostico terapeutico e di prevenzione». La circolare raccomanda che operatori e alunni abbiano una priorità nell’esecuzione del test.
Viene inoltre chiarito come muoversi se un alunno o un operatore scolastico convivono con una persona positiva. In questa situazione vengono considerati «contatti stretti» da porre in quarantena. I suoi contatti stretti, ad esempio compagni di classe, non hanno invece bisogno di quarantena tranne che la Asl non decida diversamente. Un passaggio importante ai fini dei comportamenti ha seguire negli istituti che potrebbero decidere chiusure di classi o plessi anche in mancanza di reale necessità.
A proposito di tamponi e prelievi naso-faringei l’otorinolaringoiatra del Buzzi, Massimiliano Mingoia lancia un allarme: l’abuso dei test potrebbe danneggiare le prime vie aeree dei più piccoli.
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