Il Comitato Nazionale Docenti Vincolati ha inviato una missiva alla Commissione Europea il 13 febbraio riguardo la questione dei vincoli per i docenti neoassunti nel 2022/2023.
La risposta del Parlamento Europeo è stata ricevuta dal Comitato il 24 febbraio, come dimostrato dagli allegati alla missiva. La questione dei vincoli è stata risolta lo scorso anno in vista delle elezioni, ma adesso la situazione è incerta, poiché l’Unione Europea non ha il controllo e lascia che siano gli Stati Membri a decidere. Le scuse politiche sono finite e il Comitato Nazionale Docenti Vincolati è pronto a continuare a lottare per i diritti dei docenti vincolati.
Sull’argomento arriva la risposta del responsabile Dipartimento della Lega, Mario Pittoni: “Magari fosse rimasta una questione interna. Invece il ministero attende proprio le risposte dell’Europa. Chi a suo tempo ha trattato per l’Italia ha infatti legato la continuità didattica (che pure il vincolo di fatto non garantisce) agli obiettivi del PNRR, costringendoci a cercare un canale di dialogo con Bruxelles per chiarire una serie di punti. Non c’è solo il problema del vincolo”.
La risposta
Il Parlamento europeo ha ricevuto la sua richiesta inviata alla commissione per la cultura e l’istruzione (CULT) tramite Europe Direct. La nostra Unità di richieste di informazioni dei cittadini (ASKEP) è stata incaricata di fornirle una risposta.
Si deve sottolineare che le competenze dell’Unione europea nell’ambito della politica educativa sono limitate. La responsabilità primaria delle politiche in materia di istruzione e formazione ricade sul singolo Stato membro, mentre l’UE svolge solo un ruolo di sostegno. Pertanto, l’Unione (e il Parlamento) non ha alcun mezzo per intervenire direttamente nelle politiche educative degli Stati membri, a maggior ragione se queste non riguardano questioni transnazionali o sovranazionali.
La via più rapida e efficace per risolvere un problema che la riguarda personalmente potrebbe essere quella di intervenire a livello locale. Ad esempio, le autorità italiane potrebbero essere in grado di fornire ulteriore assistenza. Se ritiene che siano state violate le leggi esistenti o i diritti garantiti dalla Costituzione, può rivolgersi agli organi giudiziari nazionali.
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